E’ appena uscito uno scritto divulgativo su: L’Unione (Monetaria) Europea a un bivio“.

“Non sappiamo se alla fine del 2016 potremo dire che la crisi globale con cui conviviamo da quasi un decennio è stata veramente una crisi a “W” come teorizzata da molti economisti della carta stampata. Sicuramente dovremo ripensare al modo in cui le istituzioni, soprattutto quelle europee, hanno visto o interpretato questa crisi. Ma soprattutto a come l’Unione Europa (UE) ha risposto.

Contagiata dalla crisi americana, l’Europa non ha dato subito una risposta decisa alla crisi e si è scoperta, all’inizio del 2010, debole e frastornata. Dopo 5 anni di crisi del debito europeo (non solo greco), il rallentamento dei paesi emergenti – in primis, e per motivi diversi, di Brasile, Cina e Russia – sembra porre un ulteriore freno alla già debole crescita mondiale.

La crisi ha rilevato le debolezze dell’Unione Monetaria Europea (UME), la sovrapposizione di istituzioni (BCE e UE) che rappresentano (quasi) attori diversi ma con fini contrapposti, e da ultimo ha rafforzato l’idea che il processo di “Unione” sia monco, mancando un soggetto politico legittimato attraverso elezioni e che risponda delle sue azioni davanti ai cittadini. Questi tre elementi erano in realtà già emersi fortemente prima della crisi e trovano nell’evoluzione della storia greca nell’UME una chiara evidenza. […]”

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PENSARE LA MACROECONOMIA