Il secondo appuntamento dei webinar “Pensare la Macroeconomia ai tempi del Covid19” si terrà mercoledì 11 Novembre, alle ore 18.00

Insieme ad
Antonio Magliulo (Università degli Studi Internazionali di Roma)

parleremo di

“Gli economisti italiani e Keynes, dalla grande depressione alla crisi pandemica”

per partecipare basta compilare il modulo presente sul sito Pearson:
https://bit.ly/2TPspv7

Le informazioni sui webinar e le registrazioni dei passati incontri, le trovate qui: https://bit.ly/2AB1o8J

Abstract:
A leggere le drammatiche cronache economiche di questi giorni sembra che l’economia sia nuovamente precipitata in uno scenario keynesiano, i cui i governi aumentano il loro intervento in un’economia malata, incapace di rialzarsi da sola. Ma già nel 2009, dopo lo scoppio della Grande Recessione, si era invocato The Return of the Master (titolo di un volume di Robert Skidelsky), e le politiche keynesiane erano tornate in auge in risposta al crollo dei consumi, degli investimenti e del commercio internazionale.

Sarebbe però un errore pensare che esista un solo Keynes e una sola, inequivocabile, autentica, interpretazione del suo pensiero economico. Quello di Keynes è un pensiero inquieto, in continua evoluzione. Pare che lui stesso, una volta, abbia detto ad un interlocutore: “Quando i fatti cambiano, io cambio opinione. Lei cosa fa?”

Semplificando molto, possiamo dire che di Keynes ne esistono almeno due. Il primo è quello della “povertà nell’abbondanza” (titolo di un intervento radiofonico nel 1934) che anticipa il messaggio della General Theory. Il secondo è il Keynes – si potrebbe dire per analogia – della “povertà nella scarsità” descritta nel pamphlet del 1940 How to pay for the war.

Nell’arco temporale che consideriamo, il cinquantennio che va dal 1930 al 1980, gli economisti italiani si confrontarono costantemente col pensiero keynesiano nell’esame dei problemi del loro tempo: la grande crisi e la grande guerra (1930-1945), la ricostruzione (1945-1952), il miracolo economico e la sua fine (1953-70), i turbolenti anni settanta con la crisi e la messa in discussione del keynesismo (1970-1980); l’ascesa e l’affermazione del neoliberismo, durato, con varie sfumature, per oltre un trentennio, fino al crollo di Lehman Brothers. Qual è stata la ricezione del keynesismo in Italia? Ed è mai diventato un pensiero dominante? Cosa resta oggi da imparare dalla lezione di Keynes?

PENSARE LA MACROECONOMIA